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Domenica 12 novembre alle ore 11, presso il Centro Culturale Via Vittorio Veneto a Fiorano Modenese, verrà presentata la pubblicazione “Il lavoro delle donne a Fiorano prima della ceramica. 1861/1961”, che raccoglie i risultati di una ricerca condotta, per conto dell’Associazione Lumen, dal giornalista Alberto Venturi.
La ricerca promossa dalle Pari Opportunità del Comune è divenuta un libro, edito da Artestampa Fioranese, grazie al contributo delle Officine Vandelli e la collaborazione del Comitato Fiorano in Festa.
Domenica mattina alla presentazione e distribuzione della pubblicazione presenti saranno presenti il sindaco di Fiorano Modenese Francesco Tosi, l’assessore alla Cultura Morena Silingardi, la consigliera delegata alle Pari Opportunità, Maria Luisa Cuoghi. L’autore, Alberto Venturi, ospiterà anche la scrittrice e fotografa Annalisa Vandelli. Letture a cura di Gian Carla Moscattini.
E’ questo il primo di tre appuntamenti previsti per martedì 21 novembre e lunedì 27 novembre, per la rassegna “Donne protagoniste invisibili” che si inserisce insieme ad altri eventi nell’ambito delle iniziative promosse a Fiorano Modenese, in occasione di “Libere dalla violenza”, per la giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre.
Se si chiede ai Fioranesi del lavoro femminile prima della ceramica, si riceve sempre la stessa risposta: fornace Carani, maglificio Cuoghi, la risaia. Quasi nessuno si ricorda delle insegnanti, delle postine, delle bottegaie, della levatrice, delle donne a servizio e proprio nessuno di ricorda delle casalinghe, come se abbiano dovuto soltanto curare la casa e i figli, quando invece condividevano molti dei lavori degli uomini e poi c’era il telaio, l’allevamento dei bachi da seta, la cura degli animali da cortile, la realizzazione delle fibre per il truciolo.
Le stesse statistiche si limitano a definirle casalinghe o massaie, ovvero “donne che attendono in casa propria alle faccende domestiche e non hanno altra professione”. E’ vero non avevano altra professione, ma molte mansioni nascoste sotto il ‘curare le faccende domestiche’. Il contributo femminile era negato, un lavoro non riconosciuto a livello economico, sociale, di diritti e tale rimarrà fino dopo la seconda guerra mondiale, in particolare nei comuni prevalentemente agricoli come Fiorano.
La pubblicazione comprende un capitolo nel quale si dà conto dei documenti reperiti nell’archivio comunale, in altri archivi e di biblioteche, relativi al lavoro delle donne nel periodo dal 1861, quando venne costituito il Comune di Fiorano Modenese, al 1961, quando l’arrivo della ceramica ha rappresentato il vero ingresso del paese nel XX secolo.
Un secondo capitolo è un’antologia di testimonianze di donne fioranesi, già pubblicate in diversi libri e riproposte.
Come viene scritto in premessa: “Indagare sul lavoro delle donne a Fiorano Modenese, prima che la ceramica negli anni Sessanta lo trasformasse in polo industriale con grande necessità di mano d’opera femminile, significa scoprire una narrazione diversa da quella ufficiale, incentrata sulle vicende del Santuario della Beata Vergine del Castello. Significa lasciare il colle, la sua importanza artistica e devozionale, i pellegrini, per scendere nel paese, nelle campagne, nelle case sparse di Spezzano, Cameazzo, Ubersetto, Nirano e trovarsi in una realtà ‘popolare’, fatta di contadini e camaranti, con alcuni, pochi, addetti ai servizi o al commercio, quasi sempre di vicinato”.
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Ultimo aggiornamento: 08-11-2023, 15:11